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domenica 27 marzo 2011

SARA VERO ? L'AQUILA E IL NEONATO RAPITO IMMAGINI CONTROVERSE


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Ho trovato queste immagini in un sito russo (...) qui sotto una discussione,io per quanto mi riguarda sono...scettico,forse si tratta di un fotomontaggio,non so,mai sentita una cosa del genere,voi ne sapete di più? 
Allora commentate,io integrero la discussione nel post.







E un bambino sarebbe alla loro portata? 
Lo so che è praticamente impossibile, ma è sempre meglio essere sicuri.
In fondo, si è speculato che una delle cause dell'estinzione dell'aquila di Haast sia stata la caccia da parte dei Maori per autodifesa, vera o presunta che fosse.

Io ho visto di ricente un documentario sull'avvistamento di uccelli giganti, dove dicevano che per trasportare un bambino o comunque un agnello, le dimensioni dell'aquila devono essere molto grandi. C'è una spece d'aquila nel SudAfrica, se non sbaglio, l'aquila Arpia, che si è scoperto si nutra di piccole scimmie. Sempre in questo documentario dicevano di un ritrovamento fossile di un teschio di un bambino primitivo che portava i segni di beccate e la cosa più sconcertante era la rottura della parte posteriore del cranio causata da un artiglio (prima si pensava che fosse stata causata dai denti di una tigre dai denti a sciabola). Questo è stato scoperto mettendo a confronto il teschio fossile con i teschi delle piccole scimmie trovate nei nidi di queste aquile.

La regola generale (con diverse eccezioni) è che un'aquila può trasportare fino a 3/4 del proprio peso corporeo su lunghi tragitti. Le aquile reali (Aquila chrysaetos) di maggiori dimensioni sono sui 6 kg quindi siamo sui 4,5 kg di portata massima. L'aquila arpia del Sud America (Harpia harpyja) può arrivare a pesare 9 kg (solo le femmine, i maschi sono molto più piccoli) ed ha quindi una capacità di carico massima di 6,75 kg. Occasionalmente l'aquila arpia (che è fortemente specializzata nella caccia ai mammiferi, in particolar modo bradipi) trasporta prede di dimensioni maggiori su brevi tragitti: ad esempio sono documentati casi in cui dopo avere ucciso un capibara l'aquila lo ha trasportato in volo fino ad una posizione sicura per mangiarselo.
Anche tenendo da conto la Regola di Bergmann (che dice che all'interno di una stessa specie gli esemplari che vivono ad altitudini maggiori ed in climi più freddi tendono ad avere dimensioni maggiori) ed esemplari eccezionali io non penso che un'aquila possa "rapire" un bambino.
L'attacco da parte di un'aquila è, invece, una possibilità, per quanto remota. Come già detto le aquile, soprattutto in inverno quando le prede abituali sono più scarse, possono attaccare prede di grandi dimensioni, ucciderle e consumarle sul posto.

Per quanto riguarda la celebre aquila di Haast (Harpagornis moorei) della Nuova Zelanda da quanto possiamo sapere uccideva i moa e li consumava sul posto. La mancanza di altri predatori consentiva a queste aquile di potersi nutrire per più giorni dalla stessa preda. Da un piccolo conto che ho fatto una femmina di grandi dimensioni di questa specie non aveva neppure bisogno di usare gli artigli per uccidere un moa: se i dati attuali sono corretti la solo forza sviluppata dall'impatto era superiore ai 3500N, sufficienti ad uccidere sul colpo o perlomeno a stordire anche i moa di maggiori dimensioni. Altra idea che si sta facendo largo al momento è che l'aquila non sia stata cacciata fino all'estinzione ma, trattandosi di un predatore altamente specializzato, sia stata condannata dalla scomparsa delle sue prede.
Una teoria che ho sentito e che qui riporto è che gli avvistamenti di rapaci di grandi dimensioni negli ultimi secoli in Nuova Zelanda siano stati causati non dall'aquila di Haast ma da un rapace relativamente poco noto, l'albanella di Eyles (Circus eylesi), un'albanella grande quanto un'aquila che si sarebbe estinta nel corso del XIX secolo.

3 commenti:

  1. Io lo trovo molto possibile, se ci troviamo nel loro territorio di caccia un neonato è una preda, L'Aquila arpia riesce a sollevare scimmie e altri mammiferi, un bambino di 7/8 kg non è certo un problema, magari non lo trasporta per lunghi tragitti ma sicuramente riesce a sollevarlo e allontanarsi.

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Le opinioni non possono sopravvivere se uno non ha occasione di combattere per esse.
Thoma Mann, La montagna incantata, 1924

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