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venerdì 25 marzo 2011

Sante peccatrici a fior di pelle


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di Enrica Murru


Le più note tatuatrici italiane sono protagoniste di un progetto artistico insolito. Rivisitare l'iconografia delle sante della tradizione cattolica in chiave gotico-dark. Intervista all'ideatrice del progetto, Viola Von Hell


Le Sante Peccatrici sono donne che hanno fatto una scelta irrevocabile, difficile da sostenere, spesso invisa alle persone cosiddette comuni, raramente compresa in tutta la sua forza dirompente. Che il motivo di una simile presa di posizione sia la fede cristiana diventa, nella collettiva in mostra alla Mondo Bizzarro Gallery di Roma dal 26 marzo al 14 aprile, un corollario del tutto accessorio. La cosa che preme evidenziare di questa esposizione ce la spiega Viola Von Hell, curatrice e tatuatrice, come tatuatrici sono le artiste le cui opere sono in mostra.


Perché una mostra sulle Sante Peccatrici?
Questa è prima di tutto una mostra tesa a evidenziare il lavoro delle tatuatrici europee, un lavoro che è anche, per forza di cose, passione, una passione bruciante e totalizzante come quella delle Sante rappresentate. E un lavoro, anche, spesso tenuto in disparte e misconosciuto, nonostante negli ultimi dieci anni si sia evoluto a passi da gigante.


A cosa è dovuta questa evoluzione?
E' come se le ragazze che tatuano fossero diventate tutto ad un tratto più brave. Probabilmente è tutta una questione di acquisizione di coraggio e di voglia di mettersi in gioco. Quella del tatuaggio è sempre stata un'arte vicina al mondo femminile, fatta com'è di disegno e illustrazione, ma la sua componente maschile, quella che riguarda la fisicità, il sacrificio anche della sfera personale e l'impegno massacrante, teneva le donne in seconda linea.


Oltre che con un'abnegazione totalizzante, come si diventa "brave tatuatrici"?
Bisogna fare molta ricerca, cercare fonti, ispirazione. Poi è necessario diversificare il proprio lavoro. E non va sottovalutato il possesso di una necessaria consapevolezza: si mettono le mani su una persona in maniera irreparabile, si deve essere responsabili!


Perché questo tema, le Sante Peccatrici?
Le sante sono prima di tutto donne. Donne che hanno scelto di seguire un ideale con dedizione spesso mortale. � una metafora della fedeltà della tatuatrice al proprio lavoro, alla sua passione. Nonostante siano state martirizzate e tormentate, le sante hanno perseguito il proprio obiettivo, proprio come hanno fatto e fanno tuttora queste artiste del tatuaggio. I 31 soggetti scelti, poi, sono particolarmente interessanti, hanno storie particolari come particolari e variegati sono gli stili delle tatuatrici scelte, le migliori italiane (anche se alcune lavorano come guest all'estero).


La mostra è corredata da un catalogo edito da Luca Mamone, la cui introduzione è firmata da Luisa Gnecchi Ruscone, antropologa esperta di tatuaggi e donna tatuata. Un piccolo stralcio è utile a gettare ulteriore luce sulla mostra: "Perché le donne molto tatuate suscitano emozioni negative così violente? Penso che sia perché esse infrangono tabù ancora molto radicati nella cultura borghese: la donna moderna è sì libera di intervenire sul suo corpo e sul suo aspetto, modificandolo anche pesantemente, purché lo faccia per piacere all'uomo; quando invece essa decide di farlo per se stessa, autonomamente e liberamente, diventa inquietante e 'pericolosa'. [..] L'autonomia si paga con l'emarginazione sociale: c'è chi pensa che ne valga la pena. Oggi (per le donne) tatuarsi è ancora un modo per manifestare indipendenza, autonomia e la volontà di essere padrone del proprio corpo. [..] Un gesto simbolico, un segno della loro capacità di riprendere in mano la propria vita."

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Le opinioni non possono sopravvivere se uno non ha occasione di combattere per esse.
Thoma Mann, La montagna incantata, 1924

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