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Il film, diretto da Roberto Faenza e scritto da Stella e Rizzo, in sala dal 25 marzo, distribuito dalla Lucky Red. Attraverso il montaggio di materiali di repertorio, ricostruisce l'avventura umana, emotiva e politica di Berlusconi: da mamma Rosa alle feste a Palazzo Grazioli. "Uno strepitoso personaggio della commedia dell'arte"
di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - Da Mamma Rosa ai festini, passando per il salotto televisivo di Vespa. C'è questo e molto altro, in uno dei segreti cinematografici meglio custoditi degli ultimi anni: si chiama Silvio Forever, è diretto da Roberto Faenza, e Filippo Macelloni, e viene definito dal regista e dai suoi autori - i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo - una "autobiografia non autorizzata" di Berlusconi.
La pellicola - distribuita dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, che ha già maneggiato negli anni scorsi film politicamente esplosivi come Il Divo - arriverà nelle sale il prossimo 25 marzo. Un'uscita un po' a sorpresa: tutti i partecipanti a questa avventura cinematografica, che viene alla luce nel momento più complicato della carriera governativa del premier (basta pensare ai quattro processi in corso), hanno mantenuto il silenzio. Adesso, però, il comunicato ufficiale squarcia il velo su questo progetto. Destinato, ovviamente, a far discutere.
Silvio forever, come si vede dal trailer appena reso pubblico, non è un film di finzione: non c'è un attore che interpreta il personaggio. Fa parte quindi della categoria dei docufilm, o meglio dei film di montaggio: attraverso materiali di repertorio, viene ricostruita l'avventura umana, imprenditoriale e politica dell'uomo che più di ogni
altro ha segnato l'Italia degli ultimi decenni. Un ritratto caratteriale, emotivo, psicologico di Berlusconi: non a caso, all'inizio e alla fine del video vediamo parlare mamma Rosa, ora defunta, personaggio chiave non solo della famiglia, ma anche del modo di rappresentare se stesso del presidente del Consiglio. Tra i due momenti in cui parla l'anziana signora, vediamo alcune tappe fondamentali dell'ascesa (e del possibile declino) del protagonista: la battuta pronta, l'utilizzo del salotto televisivo (come quando dice a Vespa di essere l'unto del Signore), le ragazze che a Palazzo Grazioli fotografano tranquillamente il bagno, come emerso all'epoca dell'affaire D'Addario.
E a garantire l'autenticità giornalistica di quanto raccontato, c'è la sceneggiatura scritta da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, cronisti del Corriere della Sera e autori del libro La Casta. Mentre il valore anche stilistico dell'opera è affidato a un regista raffinato come Roberto Faenza, autore di film come Il caso dell'infedele Klara, I giorni dell'abbandono e Prendimi l'anima. Una cosa comunque è certa: conoscendo questo gruppo di realizzatori, il ritratto che emergerà sarà lontano da quelli, celebrativi, a cui ci ha abituato la stampa che fa capo al premier, a cominciare da Chi. Ecco allora la chiave diversa, che traspare già dalle prime note presenti sul comunicato ufficiale: "Comunque la si pensi, al di là dei meriti per cui lo osannano e dei demeriti per cui lo disprezzano. è uno strepitoso personaggio della commedia dell'arte, capace di offrire spunti per un'avventura cinematograficamente inimmaginabile".
E adesso, questa ricostruzione dell'epopea berlusconiana arriva nelle sale: ancora imprecisato il numero di copie in cui il film sarà distribuito, la Lucky Red ci sta lavorando proprio in queste ore. Si aspettano, a strettissimo giro, le prime reazioni politiche.
Il film, diretto da Roberto Faenza e scritto da Stella e Rizzo, in sala dal 25 marzo, distribuito dalla Lucky Red. Attraverso il montaggio di materiali di repertorio, ricostruisce l'avventura umana, emotiva e politica di Berlusconi: da mamma Rosa alle feste a Palazzo Grazioli. "Uno strepitoso personaggio della commedia dell'arte"
di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - Da Mamma Rosa ai festini, passando per il salotto televisivo di Vespa. C'è questo e molto altro, in uno dei segreti cinematografici meglio custoditi degli ultimi anni: si chiama Silvio Forever, è diretto da Roberto Faenza, e Filippo Macelloni, e viene definito dal regista e dai suoi autori - i giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo - una "autobiografia non autorizzata" di Berlusconi.
La pellicola - distribuita dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti, che ha già maneggiato negli anni scorsi film politicamente esplosivi come Il Divo - arriverà nelle sale il prossimo 25 marzo. Un'uscita un po' a sorpresa: tutti i partecipanti a questa avventura cinematografica, che viene alla luce nel momento più complicato della carriera governativa del premier (basta pensare ai quattro processi in corso), hanno mantenuto il silenzio. Adesso, però, il comunicato ufficiale squarcia il velo su questo progetto. Destinato, ovviamente, a far discutere.
Silvio forever, come si vede dal trailer appena reso pubblico, non è un film di finzione: non c'è un attore che interpreta il personaggio. Fa parte quindi della categoria dei docufilm, o meglio dei film di montaggio: attraverso materiali di repertorio, viene ricostruita l'avventura umana, imprenditoriale e politica dell'uomo che più di ogni
altro ha segnato l'Italia degli ultimi decenni. Un ritratto caratteriale, emotivo, psicologico di Berlusconi: non a caso, all'inizio e alla fine del video vediamo parlare mamma Rosa, ora defunta, personaggio chiave non solo della famiglia, ma anche del modo di rappresentare se stesso del presidente del Consiglio. Tra i due momenti in cui parla l'anziana signora, vediamo alcune tappe fondamentali dell'ascesa (e del possibile declino) del protagonista: la battuta pronta, l'utilizzo del salotto televisivo (come quando dice a Vespa di essere l'unto del Signore), le ragazze che a Palazzo Grazioli fotografano tranquillamente il bagno, come emerso all'epoca dell'affaire D'Addario.
E a garantire l'autenticità giornalistica di quanto raccontato, c'è la sceneggiatura scritta da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, cronisti del Corriere della Sera e autori del libro La Casta. Mentre il valore anche stilistico dell'opera è affidato a un regista raffinato come Roberto Faenza, autore di film come Il caso dell'infedele Klara, I giorni dell'abbandono e Prendimi l'anima. Una cosa comunque è certa: conoscendo questo gruppo di realizzatori, il ritratto che emergerà sarà lontano da quelli, celebrativi, a cui ci ha abituato la stampa che fa capo al premier, a cominciare da Chi. Ecco allora la chiave diversa, che traspare già dalle prime note presenti sul comunicato ufficiale: "Comunque la si pensi, al di là dei meriti per cui lo osannano e dei demeriti per cui lo disprezzano. è uno strepitoso personaggio della commedia dell'arte, capace di offrire spunti per un'avventura cinematograficamente inimmaginabile".
E adesso, questa ricostruzione dell'epopea berlusconiana arriva nelle sale: ancora imprecisato il numero di copie in cui il film sarà distribuito, la Lucky Red ci sta lavorando proprio in queste ore. Si aspettano, a strettissimo giro, le prime reazioni politiche.
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Thoma Mann, La montagna incantata, 1924