La collina è cosi piena di croci e di ogni dimensione,fattura,tecnica d'esecuzione e persino croci preziosedi quelle che farebbero gola all'antiquario sotto casa (...) che ad inoltrarcisi dentro si è quasi certi di perdersi...E stata oggetto di visite papali,da essi auspicato che il luogo sia venerato come simbolo di amore e di speranza..." toccarsi i gioielli di famiglia diventa d'obbligo " resta sempre un fenomeno certamente suggestivo mà nell'ottica dolorista (...) un certo masochismo insomma;la collina al tempo della cortina di ferro è stata ripetutamente distrutta dalle autorità comuniste,nel 1961,nel 1973 e di nuovo distrutta nel 1975,sempre lentamente la collina è rinata,ha ripreso a popolarsi di croci,a nulla sono servite le pattuglie e la sorveglianza militare nel 1985 partono i sovietici dalla Lituania e da allora da tutto il mondo i pellegrini rientrano,tutti a deporre ognuno la sua croce (...) A tutt'oggi si stima che le croci in metallo,ferro,bronzo o scolpite nel legno ammontino ad oltre 150.000 !
La tradizione risale al 1800,un vero culto popolare,fortemente identitario,nazionalista e aggregante,un luogo spettacolare dal punto di vista scenografico,Fellini l'avrebbe amato e Pasolini ci avrebbe girato un suo film.
Il culto devozionale è legato alla memoria più che all'aspetto mistico,le autorità eligiose ci mettono sopra il loro cappello mà la devozione popolare và per conto suo tant'è che nessuno si è sognato d'inventarsi il solito miracolo.
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Thoma Mann, La montagna incantata, 1924